Il Grit
- Iris
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Il Grit
"Esistono due tipi di grit, solubile e insolubile; il primo rappresenta una buona fonte di sali minerali, il secondo invece una volta ingerito non solo non cede i suoi benefici costituenti minerali ma, sedimentando all'interno del proventricolo o del ventricolo, può causare degli insulti meccanisi irritanti per la mucosa di questi organi ed anche delle pericolose ostruzioni, parziali o totali, causa di morte nei canarini.
L'utilizzo del grit insolubile nasce dall'abitudine di certe specie di uccelli di ingerire piccole pietruzze; uno studio pubblicato già nel 1996 descrive come polli, piccioni e simili, becchettino e deglutiscano alimenti basandosi più sulla loro granulometria, senza curarsi ad esempio, di sgusciare i semi. In questi uccelli sono stati rinvenuti, ltre al solito grit, anche elementi privi di qualsiasi apporto nutrizionale, come frammenti di metallo, piccoli pezzi di plastica o addirittura vetro. Questo lascia ben intendere la scarsa attenzione che alcune specie aviari ripongono nella selezione di ciò che ingeriscono. Il atto che certi uccelli ingeriscano grit per agevolare la triturazione del cibo nel ventricolo non vuol dire che tutti gli uccelli ne abbiano bisogno, infatti i canarini, come tutti i fringillidi, sgusciano i semi prima di ingerirli e questo è sufficiente a renderli aggredibili dai succhi gastrici. Per questo motivo non hanno bisogno di grit come aiuto nella triturazione delle ingesta."
Tratto dalla rivista "Italia Ornitologica", scritto da Gianluca Todisco.
L'utilizzo del grit insolubile ha causato costipazione del gozzo portando in alcuni casi alla morte del soggetto.
L'utilizzo del grit insolubile nasce dall'abitudine di certe specie di uccelli di ingerire piccole pietruzze; uno studio pubblicato già nel 1996 descrive come polli, piccioni e simili, becchettino e deglutiscano alimenti basandosi più sulla loro granulometria, senza curarsi ad esempio, di sgusciare i semi. In questi uccelli sono stati rinvenuti, ltre al solito grit, anche elementi privi di qualsiasi apporto nutrizionale, come frammenti di metallo, piccoli pezzi di plastica o addirittura vetro. Questo lascia ben intendere la scarsa attenzione che alcune specie aviari ripongono nella selezione di ciò che ingeriscono. Il atto che certi uccelli ingeriscano grit per agevolare la triturazione del cibo nel ventricolo non vuol dire che tutti gli uccelli ne abbiano bisogno, infatti i canarini, come tutti i fringillidi, sgusciano i semi prima di ingerirli e questo è sufficiente a renderli aggredibili dai succhi gastrici. Per questo motivo non hanno bisogno di grit come aiuto nella triturazione delle ingesta."
Tratto dalla rivista "Italia Ornitologica", scritto da Gianluca Todisco.
L'utilizzo del grit insolubile ha causato costipazione del gozzo portando in alcuni casi alla morte del soggetto.
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Mi spiace per te, però non me la sento di dirti di somministrarlo anche se molti continuano a fornire ai propri pappagalli il Grit e non hanno mai avuto problemi...noi facciamo il possibile per loro e per farli stare bene, ovvio che dobbiamo basarci sull'esperienza degli altri...se ci sono stati casi dove il Grit ha portato alla morte dei poveri uccelli non possiamo far finta di nulla!!!
Manu...puoi sempre darlo alle galline
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Re: Il Grit
io ho letto semprè su tutti i siti e libri che ho mai letto (in inglese) che il grit non è da dare ai pappi. in realtà è usato per gli altri uccelli, che per tritare i cibi usano i pezzetti di conchiglie e sabbietta nel grit, ma i pappi non hanno bisogno di questo. consiglio di lasciar stare o se ve la sentite di dargliene molto poco per i motivi gia trattati sopra.
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Re: Il Grit
ConcordoShiro ha scritto:io ho letto semprè su tutti i siti e libri che ho mai letto (in inglese) che il grit non è da dare ai pappi. in realtà è usato per gli altri uccelli, che per tritare i cibi usano i pezzetti di conchiglie e sabbietta nel grit, ma i pappi non hanno bisogno di questo. consiglio di lasciar stare o se ve la sentite di dargliene molto poco per i motivi gia trattati sopra.
serve per quei uccelli, come i piccioni, che mangiano solo granaglie.

*** Il razzismo è una brutta malattia, colpisce i bianchi ma fa fuori i neri ***
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Re: Il Grit
Si il grit non fa male del tutto però,certo è da evitare usarlo kome fondo della gabbia,in quanto per noia,i pappagalli potrebbero ingerirne grosse quantità da avere occlusioni intestinali.
Il grit si trova in minime quantità anche nei misti di semi pre-confezionati!
Quindi il grit,fa bene,ma pochissimo...se notate,in parecchi misti di semi,c'è ne un po'!
Quindi se non c'è nel misto di semi non è indispensabile,ma se dato in piccole quantità insieme a questo,fa bene!
Apporta calcio!
Il grit si trova in minime quantità anche nei misti di semi pre-confezionati!
Quindi il grit,fa bene,ma pochissimo...se notate,in parecchi misti di semi,c'è ne un po'!
Quindi se non c'è nel misto di semi non è indispensabile,ma se dato in piccole quantità insieme a questo,fa bene!
Apporta calcio!
Pietro
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Re: Il Grit
oddio..........allora è quello che gli do ai miei canarini!! ma me la consigliato il negoziante quando lo comprato perche diceva che i canarini fanno fatica a digerire i cibi e di metterlo in 1 mangiatoia o in fondo alla gabbia..ora è qualche mese che non lo metto piu..ma non lo mettero proprio piu..mi pare sia composto di pesce..bo non mi ricordo... e poi forse carbone vegetale..e possibile che sia questo?
-La iLyNa-
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Re: Il Grit
Ho trovato questo articolo su internet, penso possa essere utile,
IL GRIT
Il grit è un elemento tradizionalmente considerato indispensabile nel corretto mantenimento degli uccelli da gabbia ed ampiamente consigliato da molti allevatori, rivenditori ed autori di libri divulgativi sugli uccelli. Le nuove cognizioni scientifiche, ottenute negli ultimi anni nel campo della fisiologia, alimentazione e patologia degli uccelli domestici, psittacidi in particolare, hanno portato seri dubbi sulla reale necessità che hanno gli uccelli di ingerire particelle di grit.
Proviamo, quindi, ad esaminare i motivi che inducono ad utilizzare il grit, unitamente a quelli che ne sconsigliano l’impiego.
Che cos’è il grit e perché viene generalmente utilizzato.
Di fondo bisogna considerare che vi sono due tipi differenti di grit: quello insolubile e quello solubile.
Il grit insolubile è costituito da piccole particelle di silicati, non viene digerito dal sistema gastroenterico degli uccelli, permanendo, quindi, nell’organismo fino a che non viene eliminato con le feci. Molto spesso permane all’interno dello stomaco per tutta la vita del volatile. Data la particolare consistenza svolge la funzione di “macina” nel ventricolo degli uccelli, supportando l’opera della muscolatura gastrica e contribuendo significativamente alla digestione di alimenti grossolani altrimenti non digeribili. In particolare lo stomaco degli uccelli, in assenza di grit, non avrebbe la possibilità di aggredire i semi interi in quanto il guscio impedirebbe ai succhi gastrici di accedere alla parte edibile del seme stesso. L’azione di macinatura delle particelle silicee di grit insolubile presenti nello stomaco contribuisce, appunto, allo sfaldamento del guscio (già ammorbidito dopo il transito nel gozzo) permettendo agli enzimi gastrici di penetrare e digerire il seme. Questo è quanto avviene nel sistema digerente di quegli uccelli granivori che sono soliti ingerire semi interi, senza sbucciarli preventivamente (colombi, tortore, polli, struzzi, ecc...). Sperimentalmente è stato evidenziato che la capacità digestiva dei semi in polli a cui veniva offerto del grit era del 10% superiore a quella di polli deprivati di grit. Tali risultati non sono stati mai dimostrati negli uccelli da gabbia.
Il grit solubile, invece, è costituito essenzialmente da carbonato di calcio (ottenuto, generalmente, da gusci d’ostrica triturati) per cui può essere digerito dall’apparato digerente degli uccelli. Il grit solubile viene utilizzato soprattutto quale apportatore di calcio per l’organismo, ma ha limitata azione di macinatura nello stomaco. Spesso a questo tipo di grit viene associato, in composizioni presenti in commercio, del carbone attivo vegetale (carbon-grit) allo scopo di adsorbire eventuali sostanze tossiche presenti nell’intestino degli uccelli.
Passeriformi e Psittaciformi necessitano di grit?
E’ questa la domanda fondamentale da porsi. Tanto i pappagalli quanto i canarini e gli altri piccoli Passeriformi comunemente allevati in cattività usano sbucciare i semi. Il seme, quindi, viene ingerito completamente privato del guscio, ammorbidito nel gozzo ed è, dunque, perfettamente aggredibile dai succhi gastrici. In questi uccelli, quindi, la funzione di macinatura, svolta dal grit insolubile nello stomaco, non è necessaria ai fini della digestione. O, almeno, questo è ciò che si verifica nei pappagalli ed altri uccelli in buona salute, per i quali esistono dati di soggetti vissuti in perfetta forma sebbene privati del grit per oltre 20 anni (Avian Medicine: Principles and Application. Ritchie, Harrison & Harrison, 1994). Nei pappagalli con insufficienza pancreatica od altre difficoltà digestive sembra, invece, che l’assunzione di piccole quantità di grit possa giovare alle funzioni digerenti in quanto la funzione meccanica di macinatura compenserebbe, almeno in parte, il deficit enzimatico. E’ consigliabile, tuttavia, che in questi casi sia il veterinario a decidere il trattamento più opportuno, piuttosto che ricorrere autonomamente alla somministrazione di grit.
Discorso diverso merita il grit solubile, in quanto, come detto, viene utilizzato come fonte di calcio per un organismo che, se alimentato con dieta basata sui semi (ricca in fosforo), presenta fatalmente un equilibrio calcio/fosforo sbilanciato in favore di quest’ultimo, richiedendo un integrazione alimentare di calcio. Tale scompenso può, tuttavia, essere corretto più semplicemente somministrando agli uccelli una dieta bilanciata od un integratore alimentare apposito.
Possibili problemi causati dal grit.
Gli uccelli in cattività possono essere indotti, per noia, per problemi comporta-mentali o semplicemente per gioco, ad ingerire grandi quantità di grit nel caso in cui possano avere libero accesso ad esso. Tale evenienza è decisamente più probabile nei pappagalli, piuttosto che in uccelli di altri ordini. Le particelle di grit, in questi casi, andranno a depositarsi nel gozzo, nel proventricolo e quindi nel ventricolo, causandone progressivamente la distensione. In queste condizioni lo stomaco costipato non è più in grado di svolgere i propri movimenti e le
funzioni digestive vengono ad essere interrotte, causando, in poco tempo, la morte del volatile. Questi casi sono stati osservati con una certa frequenza negli USA, ma stanno divenendo comuni anche in Europa. E’ da ricordare che questi fenomeni di costipazione possono avvenire non solo in seguito all’assunzione di grit insolubile (non digeribile), ma anche per ingestione di quantità elevate di grit solubile. In particolare bisogna evitare di somministrare grit alle coppie di riproduttori con piccoli; talora sono stati osservati casi di morte dei nidiacei in seguito a costipazione del gozzo e dello stomaco causato dal grit immessovi dai genitori. Allo stesso modo bisogna pensare che i casi di costipazione gastrica possono essere conseguenti anche all’ingestione di qualsiasi altro corpo estraneo (pezzetti di plastica, polistirolo, metallo, ecc..), come dimostrano i non rari rilievi di tali oggetti nello stomaco dei pappagalli. Il carbone attivo presente in alcuni prodotti, inoltre, inibisce l’assorbimento di A, B2 e K, potendo causare uno stato carenziali che va ad aggravare le condizioni di carenza in cui si trovano molti pappagalli alimentati con diete a base di semi. Tali effetti collaterali sono decisamente più importanti di eventuali benefici apportati dal carbone attivo, il cui impiego può essere considerato solo in caso di effettiva necessità.
Conclusioni.
L’equivoco che ha indotto a consigliare l’impiego del grit nasce dal fatto che piccole pietruzze sono state osservate nello stomaco di uccelli selvatici. Tuttavia bisogna considerare che essi, in natura, hanno la possibilità di beccare solo piccole particelle di minerali che possono apportare quegli elementi importanti per il loro benessere ed, in quanto presenti in piccole quantità, essere un po alla volta eliminate dall’orga-nismo. In cattività, al contrario, gli uccelli hanno a disposizione generalmente grandi quantità di grit (la cui consistenza non è quella dei minerali reperibili in natura) e possono essere indotti a sovralimentarsene.
Come sempre la dieta degli uccelli è un elemento cruciale per il loro corretto mantenimento in cattività ed il frequente riferimento all’alimentazione, al comportamento ed alle condizioni dei volatili allo stato selva- tico non è applicabile, per ovvi motivi, ai volatili in cattività.
Allo stato captivo, inoltre, viene a perdersi spesso anche la capacità di autoregolazione degli uccelli nei confronti dei propri fabbisogni alimentari e nella capacità di distinguere ciò che è tossico da ciò che non è commestibile. L’affidarsi alla presunta abilità degli uccelli nel distinguere ciò che è meglio per il loro fabbisogno può condurre a spiacevoli sorprese.
Per i motivi sopra evidenziati vi è la tendenza a sconsigliare l ’impiego di grit negli uccelli, pappagalli in particolare, anche in considerazione che essi non ne hanno bisogno per le funzioni digestive e che la supplementazione di calcio può essere ottenuta con mezzi più sicuri ed efficaci (osso di seppia, blocchetti minerali, supplementi in polvere). Di questa opinione è la maggior parte dei veterinari aviari tanto che già nel 1983 è stato presentato un pannello, all’annuale conferenza della Association of Avian Veterinarians, sconsigliante l’impiego del grit. Questo non vuol dire, ovviamente, che il grit debba necessariamente causare problemi agli uccelli, in particolare se viene fornito grit solubile in limitate quantità. Tuttavia, non essendo mai stato scientificamente provato che si tratti di un elemento indispensabile all’organismo, ma al contrario sono stati documentati vari casi di costipazione gastrica causata dal grit (Avian Medicine: Principles and Application. Ritchie, Harrison & Harrison, 1994) è consigliabile che esso non venga somministrato ai pappagalli, ricorrendo ad altri metodi più sicuri per integrare il calcio nella dieta.
IL GRIT
Il grit è un elemento tradizionalmente considerato indispensabile nel corretto mantenimento degli uccelli da gabbia ed ampiamente consigliato da molti allevatori, rivenditori ed autori di libri divulgativi sugli uccelli. Le nuove cognizioni scientifiche, ottenute negli ultimi anni nel campo della fisiologia, alimentazione e patologia degli uccelli domestici, psittacidi in particolare, hanno portato seri dubbi sulla reale necessità che hanno gli uccelli di ingerire particelle di grit.
Proviamo, quindi, ad esaminare i motivi che inducono ad utilizzare il grit, unitamente a quelli che ne sconsigliano l’impiego.
Che cos’è il grit e perché viene generalmente utilizzato.
Di fondo bisogna considerare che vi sono due tipi differenti di grit: quello insolubile e quello solubile.
Il grit insolubile è costituito da piccole particelle di silicati, non viene digerito dal sistema gastroenterico degli uccelli, permanendo, quindi, nell’organismo fino a che non viene eliminato con le feci. Molto spesso permane all’interno dello stomaco per tutta la vita del volatile. Data la particolare consistenza svolge la funzione di “macina” nel ventricolo degli uccelli, supportando l’opera della muscolatura gastrica e contribuendo significativamente alla digestione di alimenti grossolani altrimenti non digeribili. In particolare lo stomaco degli uccelli, in assenza di grit, non avrebbe la possibilità di aggredire i semi interi in quanto il guscio impedirebbe ai succhi gastrici di accedere alla parte edibile del seme stesso. L’azione di macinatura delle particelle silicee di grit insolubile presenti nello stomaco contribuisce, appunto, allo sfaldamento del guscio (già ammorbidito dopo il transito nel gozzo) permettendo agli enzimi gastrici di penetrare e digerire il seme. Questo è quanto avviene nel sistema digerente di quegli uccelli granivori che sono soliti ingerire semi interi, senza sbucciarli preventivamente (colombi, tortore, polli, struzzi, ecc...). Sperimentalmente è stato evidenziato che la capacità digestiva dei semi in polli a cui veniva offerto del grit era del 10% superiore a quella di polli deprivati di grit. Tali risultati non sono stati mai dimostrati negli uccelli da gabbia.
Il grit solubile, invece, è costituito essenzialmente da carbonato di calcio (ottenuto, generalmente, da gusci d’ostrica triturati) per cui può essere digerito dall’apparato digerente degli uccelli. Il grit solubile viene utilizzato soprattutto quale apportatore di calcio per l’organismo, ma ha limitata azione di macinatura nello stomaco. Spesso a questo tipo di grit viene associato, in composizioni presenti in commercio, del carbone attivo vegetale (carbon-grit) allo scopo di adsorbire eventuali sostanze tossiche presenti nell’intestino degli uccelli.
Passeriformi e Psittaciformi necessitano di grit?
E’ questa la domanda fondamentale da porsi. Tanto i pappagalli quanto i canarini e gli altri piccoli Passeriformi comunemente allevati in cattività usano sbucciare i semi. Il seme, quindi, viene ingerito completamente privato del guscio, ammorbidito nel gozzo ed è, dunque, perfettamente aggredibile dai succhi gastrici. In questi uccelli, quindi, la funzione di macinatura, svolta dal grit insolubile nello stomaco, non è necessaria ai fini della digestione. O, almeno, questo è ciò che si verifica nei pappagalli ed altri uccelli in buona salute, per i quali esistono dati di soggetti vissuti in perfetta forma sebbene privati del grit per oltre 20 anni (Avian Medicine: Principles and Application. Ritchie, Harrison & Harrison, 1994). Nei pappagalli con insufficienza pancreatica od altre difficoltà digestive sembra, invece, che l’assunzione di piccole quantità di grit possa giovare alle funzioni digerenti in quanto la funzione meccanica di macinatura compenserebbe, almeno in parte, il deficit enzimatico. E’ consigliabile, tuttavia, che in questi casi sia il veterinario a decidere il trattamento più opportuno, piuttosto che ricorrere autonomamente alla somministrazione di grit.
Discorso diverso merita il grit solubile, in quanto, come detto, viene utilizzato come fonte di calcio per un organismo che, se alimentato con dieta basata sui semi (ricca in fosforo), presenta fatalmente un equilibrio calcio/fosforo sbilanciato in favore di quest’ultimo, richiedendo un integrazione alimentare di calcio. Tale scompenso può, tuttavia, essere corretto più semplicemente somministrando agli uccelli una dieta bilanciata od un integratore alimentare apposito.
Possibili problemi causati dal grit.
Gli uccelli in cattività possono essere indotti, per noia, per problemi comporta-mentali o semplicemente per gioco, ad ingerire grandi quantità di grit nel caso in cui possano avere libero accesso ad esso. Tale evenienza è decisamente più probabile nei pappagalli, piuttosto che in uccelli di altri ordini. Le particelle di grit, in questi casi, andranno a depositarsi nel gozzo, nel proventricolo e quindi nel ventricolo, causandone progressivamente la distensione. In queste condizioni lo stomaco costipato non è più in grado di svolgere i propri movimenti e le
funzioni digestive vengono ad essere interrotte, causando, in poco tempo, la morte del volatile. Questi casi sono stati osservati con una certa frequenza negli USA, ma stanno divenendo comuni anche in Europa. E’ da ricordare che questi fenomeni di costipazione possono avvenire non solo in seguito all’assunzione di grit insolubile (non digeribile), ma anche per ingestione di quantità elevate di grit solubile. In particolare bisogna evitare di somministrare grit alle coppie di riproduttori con piccoli; talora sono stati osservati casi di morte dei nidiacei in seguito a costipazione del gozzo e dello stomaco causato dal grit immessovi dai genitori. Allo stesso modo bisogna pensare che i casi di costipazione gastrica possono essere conseguenti anche all’ingestione di qualsiasi altro corpo estraneo (pezzetti di plastica, polistirolo, metallo, ecc..), come dimostrano i non rari rilievi di tali oggetti nello stomaco dei pappagalli. Il carbone attivo presente in alcuni prodotti, inoltre, inibisce l’assorbimento di A, B2 e K, potendo causare uno stato carenziali che va ad aggravare le condizioni di carenza in cui si trovano molti pappagalli alimentati con diete a base di semi. Tali effetti collaterali sono decisamente più importanti di eventuali benefici apportati dal carbone attivo, il cui impiego può essere considerato solo in caso di effettiva necessità.
Conclusioni.
L’equivoco che ha indotto a consigliare l’impiego del grit nasce dal fatto che piccole pietruzze sono state osservate nello stomaco di uccelli selvatici. Tuttavia bisogna considerare che essi, in natura, hanno la possibilità di beccare solo piccole particelle di minerali che possono apportare quegli elementi importanti per il loro benessere ed, in quanto presenti in piccole quantità, essere un po alla volta eliminate dall’orga-nismo. In cattività, al contrario, gli uccelli hanno a disposizione generalmente grandi quantità di grit (la cui consistenza non è quella dei minerali reperibili in natura) e possono essere indotti a sovralimentarsene.
Come sempre la dieta degli uccelli è un elemento cruciale per il loro corretto mantenimento in cattività ed il frequente riferimento all’alimentazione, al comportamento ed alle condizioni dei volatili allo stato selva- tico non è applicabile, per ovvi motivi, ai volatili in cattività.
Allo stato captivo, inoltre, viene a perdersi spesso anche la capacità di autoregolazione degli uccelli nei confronti dei propri fabbisogni alimentari e nella capacità di distinguere ciò che è tossico da ciò che non è commestibile. L’affidarsi alla presunta abilità degli uccelli nel distinguere ciò che è meglio per il loro fabbisogno può condurre a spiacevoli sorprese.
Per i motivi sopra evidenziati vi è la tendenza a sconsigliare l ’impiego di grit negli uccelli, pappagalli in particolare, anche in considerazione che essi non ne hanno bisogno per le funzioni digestive e che la supplementazione di calcio può essere ottenuta con mezzi più sicuri ed efficaci (osso di seppia, blocchetti minerali, supplementi in polvere). Di questa opinione è la maggior parte dei veterinari aviari tanto che già nel 1983 è stato presentato un pannello, all’annuale conferenza della Association of Avian Veterinarians, sconsigliante l’impiego del grit. Questo non vuol dire, ovviamente, che il grit debba necessariamente causare problemi agli uccelli, in particolare se viene fornito grit solubile in limitate quantità. Tuttavia, non essendo mai stato scientificamente provato che si tratti di un elemento indispensabile all’organismo, ma al contrario sono stati documentati vari casi di costipazione gastrica causata dal grit (Avian Medicine: Principles and Application. Ritchie, Harrison & Harrison, 1994) è consigliabile che esso non venga somministrato ai pappagalli, ricorrendo ad altri metodi più sicuri per integrare il calcio nella dieta.
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Re: Il Grit
grazie 

- mimmo
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Re: Il Grit
io grit solubile ,
e sempre un mattone di fango e il top





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Re: Il Grit
Ragazzi il grit è molto importante aiuta la digestione tritando i semi...
Nei casi di morte dei soggetti è stato ritrovato grit nello stomaco, perchè, come voi dovreste sapere, quando un pappagallo sta male, razzola in fondo alla gabbia e mangia quello che trova, grit feci e semi scartati...
GUARDIAMO IN FACCIA LA REALTA'
NON DEMONIZZIAMO IL GRIT
Nei casi di morte dei soggetti è stato ritrovato grit nello stomaco, perchè, come voi dovreste sapere, quando un pappagallo sta male, razzola in fondo alla gabbia e mangia quello che trova, grit feci e semi scartati...
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Federico...
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Re: Il Grit
cenerino13 ha scritto:Ragazzi il grit è molto importante aiuta la digestione tritando i semi...
Nei casi di morte dei soggetti è stato ritrovato grit nello stomaco, perchè, come voi dovreste sapere, quando un pappagallo sta male, razzola in fondo alla gabbia e mangia quello che trova, grit feci e semi scartati...
GUARDIAMO IN FACCIA LA REALTA'
NON DEMONIZZIAMO IL GRIT
Gia tutti sti veterinari da quattro soldi scrivono solo cavolate



...............................
IL GRIT NON SERVE A NIENTE!!!!! CHE TRITI I SEMI SONO SOLO CAVOLATE!!!!!!!
I pappagalli come canarini e altri volatili sbucciano i semi e assolutamente non devono avere il grit!!!!!
Le galline, faraone, tacchini, inghiottono i semi interi con la buccia e hanno bisogno "grit" o sassolini che mangiano apposta e aiutano la digestione!
Ce scritto piu che bene e la tua affermazione cenerino è la stessa di quelli che hanno gabbie di zinco mal tenute o danno solo girasole per mangiare.
Dimmi cenerino 13 su che basi dici che il grit non fa male? che esperienze hai? quante centinaia di pulli hai svezzato?
e soprattutto perche il grit normale lo digeriscono mentre grtit piu feci non lo digeriscono???????????
un pappagallo che sta male razzola il fondo e quando stanno bene non razzolano sul fondo?????????????...........
CAVOLI! TUTTI I MIEI PAPPAGALLI E CANARINI STANNO MALE APPENA TOLGO LA GRIGLIA DI FONDO SI TUFFANO SUL FONDO A RAZZOLARE..............
ma per favore..... si dovrebbe ragionare prima di scrivere certe cose o se proprio portare esperienze serie e non permettersi di smentire e dare a migliaia di veterinari degli incompetenti

Sono la persona più fortunata del mondo!
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Re: Il Grit
Io scrivo dopo essermi documentato tramite svariati allevatori espertissimi..... e dopo aver sentito tanti pareri da allevatori competenti.
io personalmente non uso neanche le griglie.
comunque hai capito male io ho detto che i pappagalli morti spesso sono stati ritrovati cn grit nello stomaco perciò si diagnosticano morti da grit...... in realtà quando sono malati stanno a terra e mangiano il grit che trovano per terra e quando sono morti ce lo ritrovano nello stomaco, non è il grit a uccidere.
comunque calmati non penso di averti attaccato......
ciao
ps: un bravo allevatore nn si giudica in base a quanti pulli svezza......
io personalmente non uso neanche le griglie.
comunque hai capito male io ho detto che i pappagalli morti spesso sono stati ritrovati cn grit nello stomaco perciò si diagnosticano morti da grit...... in realtà quando sono malati stanno a terra e mangiano il grit che trovano per terra e quando sono morti ce lo ritrovano nello stomaco, non è il grit a uccidere.
comunque calmati non penso di averti attaccato......
ciao
ps: un bravo allevatore nn si giudica in base a quanti pulli svezza......
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Re: Il Grit
Quindi migliaia di veterinari che hanno fatto autopsie sui cadaveri e trovato il marcio con depositi di grit bello e incarnato nello stomaco in putrefazione sono tutti dei bugiardi e lo fanno solo perche i venditori di grit non li pagano
Sicuro e garantito!!!
Come sono tutti degli ignoranti a consigliare la griglia di fondo per non far mangiare le feci
cenerino guarda che ce l'associazione che sostiene che la terra e piatta, dovresti iscriverti.



Sicuro e garantito!!!
Come sono tutti degli ignoranti a consigliare la griglia di fondo per non far mangiare le feci

cenerino guarda che ce l'associazione che sostiene che la terra e piatta, dovresti iscriverti.




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Re: Il Grit
io le ho detto perchè secondo me ritrovano il grit nella pancia dei cadaveri.
vedo che dialoghi tranquilli con persone rispettose qui non si possono fare, vabè non fa niente.
ciao
vedo che dialoghi tranquilli con persone rispettose qui non si possono fare, vabè non fa niente.
ciao
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Re: Il Grit
cenerino13 ha scritto:io le ho detto perchè secondo me ritrovano il grit nella pancia dei cadaveri.
vedo che dialoghi tranquilli con persone rispettose qui non si possono fare, vabè non fa niente.
ciao
Secondo quelli dell'associazione citata prima la terra è piatta!
Prima di dare consigli pericolosi sarebbe meglio andare a controllare se i "secondo me" hanno un minimo di fondamento o sono solo supposizioni inventate alla belle buona da un meccanico, da ingeniere nucleare, un cuoco o da una persona nel settore che ha fatto un autopsia e in piu casi ha constatato il deposito di grit con la putrefazione dello stomaco

Per il dialogare prego! fai pure ma porta qualcosa che non sia un "secondo me" e possibilmente chi abbia visto con i suoi occhi l'interno dello stomaco di pappagalli o volatili morti.
N.B. Ammettere i propri errori al posto di fare i finti superiori è molto meglio, i toni sono un po accesi perche dopo lo splendido articolo trovato da illy e supportato fin dal 1994 da veterinari di tutto il mondo arrivi e con dei "secondo me" vuoi mettere il tutto in discussione e se per sbaglio qualcuno non legge il post e ti da retta mette in pericolo i suoi pappa!
Sono la persona più fortunata del mondo!
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Re: Il Grit
Io sono due anni che allevi e ho sempre usato il grit, nessun morto.
ho messo in pericolo i miei pappagalli? mi sembra di no.
comunque l'uso del grit e togliere la griglia me l'ha consigliato un caro amico allevatore italiano espertissimo che alleva da più di 40 anni...ed è stato l'unico italiano ad aver fissato una mutazione negli agapornis e uno dei pochi che ora vende ai belgi e olandesi e non il contrario come si sente adesso.
Mi informo prima di parlare...
ho messo in pericolo i miei pappagalli? mi sembra di no.
comunque l'uso del grit e togliere la griglia me l'ha consigliato un caro amico allevatore italiano espertissimo che alleva da più di 40 anni...ed è stato l'unico italiano ad aver fissato una mutazione negli agapornis e uno dei pochi che ora vende ai belgi e olandesi e non il contrario come si sente adesso.
Mi informo prima di parlare...
Federico...
Zero
& Una 
Zero

